stephan reusse

Wolfsbilder
Siegfried Zielinski

Le “Termovisioni” di Stephan Reusse aprono un nuovo campo nella fotografia artistica moderna; ciò che la termografia fa, è rappresentare su un monitor radiazioni calde, misurate attraverso un apparecchio sensibile ai raggi infrarossi. La termografia rende il caldo e quindi anche il freddo visibili, non come oggetti a tre dimensioni percepibili dalla vista umana, ma come un sistema coordinato a due dimensioni. La fotografia ha abbandonato la pretesa di rappresentare una realtà fittizia in favore della forma originale di un disegno o di un’immagine dipinta.
Le “Termovisioni” non forniscono nessuna informazione visiva riguardo l’esatto profilo, il materiale o la misura dei loro oggetti; esse trasformano una traccia di calore, che è difficile da riconoscere nell’ambito della gamma di esperienze umane, in mezzo visivo. Le “Termovisioni” di Stephan Reusse usano tecnologie avanzate e raccontano, la storia dei tempi in cui gli umani iniziarono a pensare sistematicamente alla percezione. Attraverso un processo base di traduzione, l’occhio ha avuto accesso a ciò che è sempre stato un privilegio sensoriale del tatto, cioè l’esperienza della temperatura, del calore e del freddo.
Il termografo è uno speciale tipo di scrittore differenziale. Solo attraverso la trasformazione in immagine fotografica, i dati raccolti e registrati dal sensore sono trasformati nuovamente in una sensazione. Le immagini di Reusse aggiungono al lupo una qualità che non ha mai realmente avuto: nell’ampliato momento artistico, l’animale prova un moto di tenero affetto. Solo quando è stato quasi eliminato dalla realtà, l’oggetto dell’ostilità potrebbe rivelare il suo fascino alle persone e potrebbe ottenere sia rispetto che calore: nel suo stato d’immagine.